LEZIONI

 

·       l’uso di sui, suus, is, idem, ipse;

·       gerundio, gerundivo e perifrastica passiva;

·       participi e ablativo assoluto;

·       la proposizione infinitiva;

·       l’uso del relativo;

·       comparativo e superlativo;

 

 

·       participi e ablativo assoluto;

·       la proposizione infinitiva;

·       l’uso di sui, suus, is, idem, ipse;

·       gerundio, gerundivo e perifrastica passiva;

·       comparativo e superlativo;

·       l’uso del relativo;

 

 

·       l’uso del relativo;

·       comparativo e superlativo;

·       la proposizione infinitiva;

·       l’uso di sui, suus, is, idem, ipse;

·       participi e ablativo assoluto;

·       gerundio, gerundivo e perifrastica passiva;

 

 

·       la proposizione infinitiva;

·       l’uso del relativo;

·       comparativo e superlativo;

·       participi e ablativo assoluto;

·       l’uso del relativo;

·       l’uso di sui, suus, is, idem, ipse;


PROPOSIZIONE INFINITIVA

 

Facendo riferimento ai costrutti …………………………………,

direi che anche in latino come in italiano vi sono delle proposizioni subordinate che fungono da soggetto (completive soggettive) o da complemento oggetto (completive oggettive). Metterei in rilievo il fatto che queste proposizioni vengono comunemente chiamate infinitive in quanto in latino sono costruite con l’accusativo e l’infinito e, soprattutto, che questo costrutto si può trasferire letteralmente in italiano  soltanto quando il soggetto dell’infinitiva è lo stesso della reggente (Paulus se bravum esse putat = Paolo pensa di essere bravo); ma se i soggetti sono diversi, l’infinitiva viene tradotta con una proposizione subordinata esplicita introdotta dalla congiunzione che, avente come soggetto il termine in accusativo. Essendo, quindi, in accusativo il soggetto della proposizione infinitiva, anche in accusativo si trovano tutti gli elementi che ad esso si riferiscono. Infine, farei notare che i tempi dell’infinito (presente – perfetto – futuro) vengono usati con valore relativo in quanto il rapporto di contemporaneità, anteriorità o posteriorità rispetto  all’azione della reggente può avvenire nel presente o nel passato.


FUNZIONI CONTRASTIVE

 

·        PROLESSI DELLA FRASE RELATIVA

In latino spesso la proposizione subordinata relativa, al contrario dell’italiano, precede la reggente (sovraordinata); questo costruttto si chiama prolessi o anticipazione della relativa.

Qui parentem meum trucidaverunt, eos in exilium expuli.

Qui innocens est, eum condemnavisti.

 

·        NESSO RELATIVO

In latino spesso all’inizio della frase si usa il pronome relativo che non introduce una subordinata, ma equivale ad un pronome determinativo o dimostrativo (qui = is, hic, ille) da solo o preceduto da una congiunzione coordinante (et, sed, ecc.).

Themistocles a patre exheredatus est. Quae contumelia non fregt eum.

Temistocle fu diseredato dal padre. Ma questa offesa non lo abbattè.

 

·        PERIFRASTICA ATTIVA

Il participio futuro in unione col verbo sum costituisce una coniugazione  perifrastica completa, detta perifrastica attiva. Tutti i verbi attivi, transitivi e intransitivi, che hanno il participio futuro, possono avere la coniugazione perifrastica attiva.

La perifrastica attiva è usata, come forma verbale, sia nelle proposizioni principali che nelle subordinate, quando si vuole sottolineare che l’azione non viene considerata come certa nel futuro, ma solo come intenzionale o imminente o destinata a compiersi..

In italiano non c’è una forma corrispondente, ma si rende, in base al contesto, con uno dei seguenti modi:

                   Stare per + infinito

                   Essere sul punto di + infinito

                   Essere in procinto di + infinito

                   Accingersi a + infinito

                   Avere intenzione di + infinito

                   Essere destinato a + infinito.


·       PERIFRASTICA PASSIVA

Il gerundivo in unione col verbo sum dà origine alla perifrastica passiva, che viene usata come forma verbale sia nelle proposizioni principali che nelle subordinate, quando si vuole sottolineare la necessità, il dovere, la convenienza dell’azione.

In italiano non c’è una forma corrispondente, ma si rende nel modo seguente:

-         il dativo (di agente) diventa soggetto;

-         il verbo essere si traduce col verbo dovere che si accorda col soggetto;

-         il gerundivo si traduce con l’infinito;

-         il nominativo si traduce col complemento oggetto.

Civibus est amanda patria: I cittadini devono amare la patria.

Se non c’è il dativo, si rende con: si deve, bisogna, occorre, è necessario.

Est amanda patria: si deve amare la patria.


 

 

·        CONCRETO LATINO PER L’ASTRATTO ITALIANO

Il latino, per una spiccata tendenza alla precisione, fa maggiore uso di parole, frasi, costrutti di carattere concreto: le idee perciò sono più spesso rese da verbi che da sostantivi astratti. Nell’epoca nostra, e in genere in tutte le lingue moderne, gli astratti si sono moltiplicati enormemente.

Esemplifichiamo i casi più notevoli in cui ad un astratto italiano corrisponde un concreto in latino:

1.     In luogo di espressioni astratte che indicano età, condizione sociale, carica, ecc. (nella vecchiaia = senex, durante il consolato = consul, sotto la guida di Cesare = Caesare duce, per iniziativa del senato = auctore senatu, per testimonianza di Tito = teste Tito);

2.     Astratti italiani resi con sostantivi concreti (alfabeto = elementa, aritmetica = numeri, astronomia = astra, poesia = carmina) o con aggettivi neutri sostantivati (il bene = bonum, l’onestà = honestum);

3.     Astratti italiani dipendenti da un verbum dicendi resi con una infinitiva o con una interrogativa indiretta (dirò il mio pensiero = quid sentiam dicam, negava l’esistenza degli dei = deos esse negabat, vedi l’importanza dell’amicizia = vides quantum boni sit in amicitia, credo nell’immortalità dell’anima = permanere animos arbitror);

4.     Astratti italiani resi con perifrasi (conseguenze = quae accidunt, fine = quod volumus, obiezioni = quae contra disputantur, meta = id quo tendo),

5.     Astratti italiani resi con participi, gerundivi, ecc, (prima della fondazione della città = ante urbem conditam, dopo la distruzione della città = posto oppidum deletum, dopo la morte del console = post consulem mortuum, nella composizione delle commedie = in comoediis componendis).

 

 

 

 

 

 


LE FUNZIONI DI UT

 

·        PROPOSIZIONI FINALI

Sono proposizioni subordinate che indicano il fine o lo scopo per cui si verifica quanto viene enunciato nella proposizione reggente (sovraordinata). Sono introdotte da ut se positive, ne se negative. Il verbo è al modo congiuntivo e segue la consecutio temporum; però, può essere soltanto presente (in dipendenza da un tempo principale)o imperfetto (in dipendenza da un tempo storico) in quanto si ha solo il rapporto di contemporaneità.

In italiano, si può rendere in forma implicita con a, di, per + infinito o esplicita  con affinché + congiuntivo

Ma il latino esprime la proposizione finale con diverse strutture sintattiche:

         Caesar equites praemisit ut loca explorarent.

         Caesar equites praemisit qui loca explorarent.

         Caesar equites praemisit ad loca exploranda

         Caesar equites praemisit loca explorandi causa (o gratia).

         Caesar equites praemisit locorum explorandorum causa (o gratia).

         Caesar equites praemisit loca exploratum

         Caesar equites praemisit loca exploraturos

 

·        PROPOSIZIONI CONSECUTIVE

Esprimono la conseguenza di quanto è enunciato nella sovraordinata. Sono introdotte da ut se sono affermative, ut non se negative. Di solito ut è preceduto nella sovraordinata da avverbi o aggettivi correlativi: sic, ita, tam, tantum, eo, is, talis, tantus, ecc. Il verbo è al modo congiuntivo e non segue la consecutio temporum: il presente esprime la conseguenza che si riflette sul momento presente, l’imperfetto o il perfetto  indicano la conseguenza che si riferisce al passato.

In italiano si può rendere in forma implicita con da + infinito o esplicita con che e l’indicativo, con il tempo corrispondente a quello del congiuntivo latino.

        

·        PROPOSIZIONI COMPLETIVE o sostantive (di natura volitiva): ut….ne

Senatus statuit ut Antonius proficisceretur


In relazione alla reggente possono svolgere funzione:

-         soggettiva:; Placuit ut duae coloniae deducerentur

-         oggettiva: Senatus statuit ut Antonius proficisceretur;

epesegetica: Hoc te rogo, ut Albino parcas.

Si trovano solitamente in rapporto temporale di contemporaneità rispetto alla reggente ed hanno, pertanto, il congiuntivo presente ed imperfetto.

 

 

·        PROPOSIZIONI COMPLETIVE (che esprimono la constatazione di un fatto): ut….ut non.

In relazione alla reggente possono svolgere funzione:

-         soggettiva: Evenit ut luna deficeret;

-         oggettiva: Obscuritas rerum facit ut non intellegatur oratio;

-         epesegetica: Hoc teneamus, ut nobis implacabiles simus.

Si trovano solitamente in rapporto temporale di contemporaneità rispetto alla reggente ed hanno, pertanto, il congiuntivo presente ed imperfetto.

 

·        PROPOSIZIONI COMPLETIVE (dipendenti da verba timendi): ut..ne

Metuo ut verum dicas;

Metuo ne mendacium dicas.

 

·        PROPOSIZIONI TEMPORALI (che esprimono una circostanza che precede immediatamente quanto enunciato nella reggente ed hanno il verbo all’indicativo).

Ut pervenit in locum …….

 

·        PROPOSIZIONI CONCESSIVE

Ut desint vires, tamen est laudanda voluntas.

 

·        PROPOSIZIONI MODALI

Ut dixit Aristoteles.

 

·        PROPOSIZIONI COMPARATIVE

Ut sementem feceris, ita metes.

L’USO DI CUM

(DOMUS 1 PAG.332)

·        PROPOSIZIONI TEMPORALI

·        PROPOSIZIONI CAUSALI

·        PROPOSIZIONI CONCESSIVE (Domus 334)


1.     Quod rectum et honestum est, id solum bonum est.

2.     Cui sufficit quod habet, is dives est.

3.     Quae Socrates docuit, de iis vobiscum disseram.

4.     Ad quas res aptissimi erimus, in iis potissimum elaborabimus.

5.     Eodem tempore equites Pompei universi procurrerunt. Quorum impetum noster equitatus non tulit.

 

6.     Galli, nulla re impediti, Capitolium expugnaturi erant.

7.     Bellum scripturus sum quod Romani contra Carthaginienses gesserunt.

8.     Dareus bellum in Graecos renovaturus erat, cum repente decessit.

9.     Caesar, dum bellum contra Parthos suscepturus erat, in senatu necatus est a coniuratis.

 

10. Moderatio in omnibus rebus nobis adhibenda erit.

11. Tibi non modo deliberandum est, sed etiam agendum.

12. Quae tibi dicenda sunt, dic cito!

13. Tria summo studio vitanda sunt: odium, invidia, contemptus.

14. Quid mihi agendum sit nescio.

15. Nescio quid orator dicturus sit: haud dubie quod dicendum est dicet.