PROBABILI CONSEGUENZE DELLA PRESENTE GUERRA TRA ISRAELIANI E PALESTINESI

Ondate devastanti di attentati terroristici e ritorsioni militari a Gerusalemme tornano puntuali,

giorno dopo giorni, a destare l'attenzione del mondo sul sempre bollente Medio Oriente.

Notizie sempre più tragiche sulla guerra contro il terrorismo internazionale, inducono molti a

chiedere se il mondo cesserà mai di essere tormentato.

Molti si domandano che cosa possono significare tutti questi conflitti per il futuro dell’umanità.

Gli eventi nel Medio Oriente, in modo particolare, stanno spingendo verso la biblica "battaglia

di Armaghedon"? L’èra presente è ormai prossima alla sua fine, come Gesù ha profetizzato?

Alcuni giorni prima della sua crocifissione, Gesù Cristo condusse i suoi discepoli sul Monte

degli Ulivi ad est di Gerusalemme, per far loro osservare la città dall’alto. Egli aveva appena

previsto la distruzione del tempio che si innalzava maestoso davanti a loro attraverso la valle di

Kidron. Ancora scossi dalle parole del Maestro, i discepoli gli chiesero: "Dicci, quando accadranno

queste cose? E quale sarà il segno della Tua venuta e della fine del mondo?" (Matteo

24:3). Per "fine del mondo" i discepoli di Gesù si riferivano alla fine dell’"èra presente", ancora

dominata dal Diavolo, "il seduttore del mondo" (Apocalisse 12:9).

Gesù allora rispose loro proferendo la famosa profezia del Monte degli Ulivi. In essa Egli ha

descritto una serie di eventi che sarebbero accaduti da quel secolo in poi sino agli "ultimi giorni"

dei governi umani; tempo ancora futuro, che vedrà il Suo personale e glorioso ritorno sulla

terra. Fra i "segni" preannunciati da Gesù ce n’è uno molto specifico, che aiuta a discernere

l’approssimarsi del profetizzato "tempo della fine"; ed è questo: "Quando vedrete Gerusalemme

circondata da eserciti, sappiate allora che la sua desolazione è vicina" (Luca 21:20).

Anche il profeta Zaccaria ha preannunciato questo stesso evento futuro (Zaccaria 14:2-5).

Quando Gerusalemme sarà invasa da eserciti stranieri, afferma la profezia, quelli della Giudea

[gli abitanti dell’attuale Stato d’Israele] dovrebbero fuggire sulle montagne. Quei giorni saranno

pieni di violenza perché, da quel tempo in poi, le profezie bibliche sulla fine del mondo si adempiranno

rapidamente. Sarà un periodo di tribolazione inimmaginabile per Gerusalemme, perché

sarà occupata da eserciti stranieri (Luca 21:21-24).

Alcuni credono che tali eventi si siano avverati definitivamente con la presa di Gerusalemme

nel 70 d.C., da parte dell’Impero Romano. Ma questo fatto adempì solo alcuni aspetti della profezia

di Cristo. Quest’ultima infatti preannuncia anche avvenimenti su scala mondiale, che

dovranno avverarsi nel nostro futuro, poco prima del ritorno di Gesù Cristo.

Dove siamo diretti?

Dove ci stanno portando gli eventi del Medio Oriente? Anche se non possiamo sapere con

assoluta certezza come avverranno gli eventi della fine del mondo, molti episodi recenti sembrano

indicare che possiamo essere vicini alla fine, più di quanto non l’avevamo immaginato.

Il continuo spargimento di sangue in tutta la regione mediorientale sottolinea la mutevolezza

della situazione attuale. L’enorme divisione tra la cultura e i valori occidentali e quelli di molte

nazioni islamiche indica che la pace durevole rimarrà a lungo sfuggente. Nel frattempo, una

crescente retrocessione in tutto il mondo ci ricorda che l'occidente rimane fortemente dipendente

dal petrolio arabo, il “sangue” vitale delle sue economie.

Esplosioni di violenza continuano fra gli Israeliani ed i Palestinesi nonostante le ripetute

richieste di pace. I negoziati di pace hanno continuato a fallire e un accordo politico fra le due

parti, salvo intervento esterno, sembra quanto mai improbabile. Nel frattempo, Palestinesi e

Israeliani continuano ad attaccarsi gli uni gli altri, uccidendo il loro rispettivi patrimoni più preziosi,

i loro giovani! La lista delle tragedie e delle occasioni mancate nella regione prosegue

senza sosta.

Imperialismo moderno

Soltanto alcune settimane prima dell’attacco terroristico dell’11 settembre agli Stati Uniti, la

Global Intelligence Co. di Stratfor ha pubblicato un rapporto sul suo sito Internet che analizza

una linea di confine del conflitto, che va dai Balcani al Caucaso e poi fino a Gerusalemme. Il

rapporto ha evidenziato che queste zone facevano parte del vecchio Impero Ottomano, crollato

dopo la Prima Guerra Mondiale. Appena l'Impero Turco ha imposto la sua versione di pace

alle popolazioni di quella regione, le potenze moderne, compresi gli Stati Uniti e parecchi paesi

dell’Europa occidentale, hanno subito iniziato a discutere su un nuovo tentativo per imporre una

“pace” simile a questa regione di antichi conflitti etnici.

Il rapporto ipotizza che i conflitti potrebbero prendere una di tre direzioni. "La prima possibilità

è la guerra continua senza risoluzione. La seconda è l'ascesa di una potenza locale che

imporrebbe una pace su tutta la regione. La terza possibilità, quella che potrebbe adempire la

profezia biblica, "è che una potenza esterna più forte potrebbe imporre il proprio potere sulla

regione". "Quest’ultima", continua l'articolo, "è l’unica alternativa possibile: l'intervento diretto

da parte di una potenza esterna, finalizzato ad imporre l'ordine in tutto l’ex Impero Ottomano".

L’unica potenza esterna capace di imporre l’ordine è la NATO. Ma la quantità di truppe

richieste per imporre una "pace NATO" a questa regione dell’ex Impero Ottomano sarebbe sbalorditiva.

Indebolirebbe fatalmente la forza militare dell’Occidente.

La storia inoltre ha mostrato che qualsiasi paese collochi truppe nel Medio Oriente corre il

grave rischio che esse siano attaccate da membri di cellule terroristiche. Nel 1983 il bombardamento

delle caserme militari a Beirut che ha ucciso 241 marines degli Stati Uniti è un esempio

calzante.

Dove potrebbe venire una forza militare tale da essere abbastanza grande da imporre l’ordine

nel Medio Oriente oggi? Quale potenza oserebbe far appello alla volontà politica e morale

per fermare la lotta fra Israeliani ed Arabi, ed imporre la pace nel punto più caldo del mondo?

Oggi gli Stati Uniti sembrerebbero essere l'unica potenza mondiale abbastanza grande per

osare una tale mossa. Tuttavia non saranno di certo loro a dare luogo ad un’azione simile.

Perché? Dobbiamo rivolgerci alla Bibbia per una risposta e comprensione profetica.

Conflitto armato a Gerusalemme

Per comprendere quale potenza invaderà il Medio Oriente e la stessa città di Gerusalemme,

con la pretesa di “imporre” la pace e la sicurezza, occorre leggere e comprendere una delle più

lunghe profezie della Bibbia, in Daniele 11, concernente appunto il "tempo della fine".

In questa profezia sono menzionati due blocchi di nazioni da lungo tempo antagonisti, identificati

uno come il "re del mezzogiorno" e l’altro come il "re del settentrione" del nord (vedi

anche l’articolo La lotta Nord-Sud per il Medio Oriente, a pagina 6).

In Daniele 11:40 leggiamo di eventi del "tempo della fine", cioè quando colui che guiderà il

blocco di paesi del "mezzogiorno", attaccando il blocco dei paesi del "settentrione", provocherà

un contrattacco furioso "come la tempesta" che permetterà a quest’ultimo di invadere molti

paesi del Medio Oriente. La profezia dice che l'Egitto, la Libia e l'Etiopia cadranno davanti a lui

(versetti 42-43). Egli "entrerà pure nel paese splendido", cioè nella Terra Santa, quindi anche in

Gerusalemme (versetti 40-41), e "pianterà le tende del suo palazzo", il suo controllo militare,

"fra i mari e il bel monte santo", cioè tra il Mediterraneo e il Mar Morto e la città di Gerusalemme

(versetti 43-45).

Quando tutto questo accadrà ci sarà la cosiddetta "abominazione della desolazione" profetizzata

da Gesù Cristo. In Matteo 24:15-16, infatti, Gesù ammoniva: "Quando dunque avrete

veduta l’abominazione della desolazione, della quale ha parlato il profeta Daniele, posta in

luogo santo, allora quelli che saranno nella Giudea, fuggano sui monti". L’ammonimento di

Cristo di scappare sulle montagne si collega allo stesso evento accennato in Luca 21:20, dove

preannuncia che Gerusalemme sarà di nuovo circondata dagli eserciti stranieri.

Eventi precursori

Un primo adempimento di questa profezia di Daniele si era già verificato molto tempo prima

della nascita di Gesù, durante cioè il regno del re Antioco IV Epifane, nel 167 a.C. (Daniele

11:31). Dalle parole di Gesù, apparve chiaro ai Suoi discepoli, che "l’abominazione della desolazione",

accaduta secoli prima, era destinata a ripetersi in futuro (vedi pag. 7).

Dopo la predizione di Gesù, un’"abominazione della desolazione posta in luogo santo",

avvenne nel 66-70 dopo Cristo, quando gli eserciti romani, condotti dall’imperatore Tito, invasero

e saccheggiarono Gerusalemme distruggendo perfino il tempio. I rituali del tempio sono

cessati e rimasti inattivi fino ad oggi.

Nemmeno quest’evento ha però adempiuto in modo totale la profezia, la quale si riferisce in

special modo ad un’abominazione della desolazione del "tempo della fine" - poco tempo prima

cioè del ritorno glorioso di Cristo e della fine del mondo - eventi che ancora attendono d’esser

adempiuti.

Ricordiamo, infatti, la profezia che Gesù enunciò in risposta alla domanda, "Dicci, quale

sarà il segno del tuo ritorno e della fine dell’età presente?" (Matteo 24:3). La risposta di Gesù

fu chiara: Eserciti stranieri sarebbero tornati a circondare Gerusalemme - non nel 70 d.C. soltanto,

ma in special modo nel "tempo della fine", poco tempo prima cioè del Suo ritorno e della

fine di quest’èra! La risposta di Gesù ai Suoi discepoli si riferiva al "segno" che avrebbe indicato

il culmine di questi eventi.

Prima del 1948, quando non esisteva ancora l’attuale Stato d’Israele, questa profezia non

avrebbe potuto materializzarsi. Adesso però essa sembra potersi concretizzare da un momento

all’altro. La disputa internazionale, che spinge il resto del mondo a togliere il controllo di

Gerusalemme dalle mani dei Giudei, nonché a ridurre quest’ultimi nuovamente vassalli di altre

nazioni, è il "segno" che il ritorno di Gesù Cristo e la fine dell’èra presente sono vicinissimi!

Quando gli eserciti stranieri circonderanno di nuovo Gerusalemme, forse nel tentativo di

garantire la pace nella regione, vedremo l’adempimento totale dell’"abominazione della desolazione

posta nel luogo santo", come predetto da Daniele e da Cristo. Ciò significa che, proprio

nell’area dove sorgeva il tempio, verrà collocata ed esaltata la pratica idolatrica promossa da

un grande leader religioso. Quest’ultimo è biblicamente chiamato "l’uomo del peccato... colui

che s’innalza sopra tutto quello che è chiamato Dio ed oggetto di culto; fino al punto da porsi a

sedere nel tempio di Dio, mostrando se stesso e dicendo ch’egli è Dio" (2Tessalonicesi 2:3-4).

Con grande abilità egli sedurrà e farà apostatare [sviare] moltissimi dalla fede originale.

Questa profezia si riferisce ad un personaggio che parlerà ed agirà come "vicario di Dio in

terra". In realtà, Dio lo chiama il "figliuolo della perdizione... l’avversario" (vv. 3-4) . Questo personaggio,

che nel tempo della fine diverrà "oggetto di culto" da parte di molti popoli e nazioni e

lingue, sarà però annientato al ritorno glorioso di Gesù Cristo (v.8).

Ricordiamo quindi che, secondo le profezie bibliche, il "tempo della fine" sarà caratterizzato

dal fatto che le forze militari di nazioni straniere interverranno nella Terra Santa, forse con l'intenzione

annunciata di imporre una pace forzata a causa della disputa apparentemente senza

fine che circonda Gerusalemme ed il Medio Oriente. Quando questo accadrà, avremo il "segno"

che stiamo vivendo nel profetizzato "tempo della fine" e che il ritorno glorioso di Gesù Cristo è

vicino.

Le cause scatenanti

La profezia biblica predice la nascita di una coalizione di nazioni, nel tempo della fine, sul

modello dell’antico Impero Romano, che giocherà un ruolo significativo sulla scena degli eventi

mondiali. Alcuni credono che tale potenza sarà rappresentata dall’ONU o dalla

Globalizzazione, altri dagli Stati Uniti d’America, altri ancora dall’intero blocco della NATO e c’è

chi predice che essa sarà rappresentata dall’Unione di varie nazioni europee. Quest’ultima

sembra diventare la più probabile candidata. In futuro questa potenza profetizzata diventerà

così influente e forte, che tutte le altre nazioni dovranno avere a che fare con essa. C’è la possibilità

che questa potenza, notevolmente più ampia di qualsiasi altra mai vista nella storia, si

sviluppi nel continente europeo?

Fino adesso le nazioni europee hanno sistemi democratici e leader amanti della libertà e

della pace. Le nazioni europee hanno infatti tentato innumerevoli volte di fare da paciere nel

conflitto Israeliano-Palestinese. Alcuni mesi fa l'Unione Europea è stata utile nella negoziazione

dell’espulsione di un esercito israeliano da Beit Jala, un sobborgo palestinese di

Gerusalemme prevalentemente cristiano. L'accordo di ritirarsi è stato mediato dai ministri degli

affari esteri di Germania, Francia e Italia.

Questa è stata un’importante pietra miliare per la diplomazia europea nel Medio Oriente.

Non è un caso che la Germania, la nazione più potente dell'Unione Europea, abbia ospitato un

vertice dei leader tribali afghani nel novembre e dicembre scorsi per elaborare un governo del

dopo-guerra e per stabilire la condivisione del potere per l'Afghanistan.

L'intero mondo occidentale ha un interesse strategico nel Medio Oriente a causa del suo

petrolio, linfa vitale per le economie occidentali. Nella Guerra del Golfo, soltanto una decina

d’anni fa, molte potenze occidentali si sono unite per impedire la dominazione irachena sulle

altre nazioni che producono petrolio, e per garantirne la libera circolazione nel resto del mondo.

Molte nazioni europee in particolare dipendono da questo petrolio, avendo poche risorse

domestiche o non avendone affatto. Le potenze occidentali potrebbero trovarsi costrette ad

usare la forza per accedere a quei rifornimenti per non vedere le loro economie appassire e

morire.

Si sa che i paesi musulmani dell'Iran, dell'Iraq, della Siria e del Sudan hanno già o stanno

attivamente cercando di costruire o comprare dispositivi nucleari e armi biologiche e chimiche

mortali. Il Pakistan li ha già. Alcuni di questi paesi continuano anche a richiedere la conquista

musulmana forzata di Gerusalemme. Ironicamente, a causa degli sforzi di pace dell’America e

dell’Europa nella regione, molti paesi islamici, tra i quali l'Arabia Saudita, il Kuwait, l'Egitto, la

Giordania ed il Pakistan, sono armati pesantemente con i più sofisticati armamenti militari,

garantendo così che il prossimo scoppio di guerra sarà veramente sanguinoso.

Nel corso dell'anno scorso siamo stati testimoni di un incessante aumento del conflitto fra

Ebrei e Palestinesi nel Medio Oriente. In quello stesso periodo è avvenuto l'attacco al World

Trade Center di New York e al Pentagono a Washington D.C.. Le cronache degli attacchi terroristici

si sono diffuse in tutta l’Europa.

Molta gente si è resa conto che il nostro è un mondo diviso e pericoloso, e che il Medio

Oriente, Israele e Gerusalemme in particolare, sono al centro di molta di quella divisione e di

quel pericolo.

Gerusalemme rimarrà, per il prossimo futuro, una "coppa di stordimento" e "una pietra

pesante per tutti i popoli" (Zaccaria 12:2-3). "Pesante" fino al punto che, secondo la profezia

biblica, questa situazione condurrà all'intervento di una nuova e spaventosa potenza straniera

proveniente dal settentrione, la quale assumerà, per breve tempo, il controllo di gran parte del

Medio Oriente. La città di "Gerusalemme sarà calpestata dai Gentili per quarantadue mesi"

(Apocalisse 11:2). Questo indicherà che il glorioso ritorno di Cristo è vicino.

Infatti, è scritto che Gesù Cristo discenderà sul Monte degli Ulivi con la potenza ed immortalità

di Dio ed Egli, assieme ai Suoi santi allora risuscitati, neutralizzerà tutte le forze militari in

gioco e stabilirà il Suo regno su tutte le nazioni e i popoli. Soltanto allora il Medio Oriente e il

resto del mondo conosceranno la giustizia e la pace. BN

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Il testo è stato tratto, dalla rivista The Good News concesso dalla UCGia.

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