COSA FARE PER IL T.F.R.(Trattamento di fine rapporto) DAL 2008

Il meccanismo del silenzio assenso
Per favorire lo sviluppo della previdenza complementare i tecnici del ministero del welfare hanno predisposto il meccanismo del silenzio assenso. I lavoratori, in pratica, a partire dal 1° di gennaio del 2008 avranno sei mesi di tempo per decidere se versare il loro trattamento di fine rapporto nei fondi pensione.
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Per favorire lo sviluppo della previdenza complementare i tecnici del ministero del welfare hanno predisposto il meccanismo del silenzio assenso. I lavoratori, in pratica, a partire dal 1° di gennaio del 2008 avranno sei mesi di tempo per decidere se versare il loro trattamento di fine rapporto nei fondi pensione. Il silenzio però vale come assenso. Se quindi saranno trascorsi sei mesi in assenza di un esplicito diniego la liquidazione sarà automaticamente versata nei fondi pensione. In questo caso la prima opzione prevede che il Tfr vada nel fondo pensione stabilito dagli accordi o contratti collettivi a meno che non ci sia un diverso accordo aziendale tra le parti. In alternativa la liquidazione è conferita al fondo cui aderisce la maggior parte dei dipendenti dell'azienda  e in un'ultima istanza al fondo dell'Inps. Da ricordare inoltre che la liquidazione precedentemente maturata resta in azienda. La scelta dei lavoratori va fatta anche sui numeri. Il trattamento di fine rapporto si rivaluta, infatti, ogni anno dell'1,5% + il 75% del tasso di inflazione. Se quindi negli anni i fondi pensione dovessero garantire un rendimento superiore allora la scelta si rivelerebbe conveniente. Secondo gli ultimi dati disponibili gli aderenti alla previdenza complementare alla fine del 2005 erano circa 3 milioni (si fa riferimento a fondi pensione chiusi, aperti e paini assicurativi individuali), mentre i rendimenti medi per i fondi di nuova istituzione si attestano intorno alla media dell'8,5%. I destinatari Alle forme pensionistiche complementari possono aderire in modo individuale o collettivo: a) I lavoratori dipendenti, sia privati sia pubblici, anche secondo il criterio di appartenenza alla medesima impresa, ente, gruppo di imprese, categoria, comparto o raggruppamento, anche territorialmente delimitato. b) i lavoratori autonomi e i liberi professionisti, anche organizzati per aree professionali e per territorio. c) I soci lavoratori di cooperative, anche unitamente ai lavoratori dipendenti dalle cooperative interessate. d) i soggetti destinatari del decreto legislativo 16 settembre 1996, n. 565, anche se non iscritti al fondo ivi previsto.