UNA  DIDATTICA  VINCENTE  PER LA  MATEMATICA

 

La Matematica è considerata da molti alunni la più difficile disciplina tra tutte quelle che essi devono affrontare.

Molti genitori, nel momento in cui un docente comunica loro che il proprio figlio incontra delle difficoltà nella suddetta materia, pensano che il motivo sta nel fatto che il proprio congiunto non è  “portato” allo studio della disciplina.

Altri decidono subito di inviare il proprio figlio a doposcuola, pensando che solo così può superare le difficoltà presenti  e le lacune pregresse.

Dopo oltre trent’anni di insegnamento della Matematica ho capito che la causa fondamentale delle difficoltà incontrate dagli alunni non sono imputabili ai giovani, ma ai relativi docenti.

Quasi sempre il docente spiega un determinato argomento, possibilmente negli ultimi minuti dell’ora di lezione, e quindi assegna la teoria e i relativi esercizi non domandandosi minimamente se esso è stata acquisito dagli alunni.

Nella lezione successiva inizia ad interrogare anche se i suoi discepoli lo supplicano di rispiegare l’argomento perché non capito.

Altri docenti, più democratici, accettano le richieste degli alunni, ma la spiegazione continua ad essere “frontale” , cioè senza il coinvolgimento dei giovani che, ancora una volta, non riescono ad apprendere in modo efficace l’argomento.

La presente non vuole essere una critica verso i miei colleghi che, comunque, pensano quasi sempre di svolgere il loro lavoro egregiamente.

In questo modo molti alunni giungono alla fine dell’anno con notevoli lacune al punto che la loro scadente preparazione li porta ad avere un debito formativo nella Matematica.

Voglio allora presentare la mia didattica sviluppata e perfezionata da oltre venti anni  e che mi ha consentito di avere tante soddisfazioni dai miei alunni che, quasi sempre, hanno capito perfettamente la materia. Ho perfezionato la didattica che ora illustrerò anche con la costruttiva ed efficace collaborazione e con il continuo dialogo che ho sempre avuto con i miei alunni. Parte di questa didattica è presente nel Trattato sul Dialogo fra le varie componenti sociali presente nel presente sito.

Il docente di Matematica deve spiegare un determinato argomento all’inizio della prima ora delle due che sicuramente ha a disposizione nella  settimana. La sua esposizione non deve durare più di un’ora.  Nella seconda ora dividerà la classe in gruppi non numerosi (al massimo di 4 persone) nel quale deve essere presente, ma non obbligatoriamente, un tutor (con preparazione superiore rispetto gli altri). Il professore dirà ai gruppi di sviluppare o i quesiti teorici o pratici spiegati prima, muovendosi tra i vari gruppi e spiegando i punti di maggiore difficoltà fin quando il gruppo diventa completamente autonomo. Ringraziare spesso i tutor che in questo modo tenderanno a dare il massimo nello spiegare gli argomenti ai più deboli.

Ho potuto constatare che, così facendo, aumenta la fiducia degli alunni sui propri mezzi e verso il docente che non viene più visto come colui il quale tenta di bocciarlo, ma come colui che cerca in ogni modo di fargli acquisire nuove conoscenze. Questa biunivoca fiducia porta, quasi sempre, a cogliere dei risultati insperati.

 

               Prof. Sampognaro  Giuseppe.