Il segreto della pace

di Fabrizio Assandri/ 08/11/2005

 

 

 

Viviamo in un mondo ricco di differenze, ma non per questo dobbiamo essere spaventati: la pace, infatti, si fonda sull'accettazione dell'altro, non sul suo rifiuto, come più di una volta ha sottolineato il Pontefice.

 

    LA PACE PER GIOVANNI PAOLO II

 

Nel mondo sempre più multiculturale in cui viviamo è necessario riflettere, per mirare a una pace effettiva e profonda, a quali strategie adottare nei confronti dell’Altro, della diversità rispetto alle nostre tradizioni e abitudini. Da più parti si cerca infatti di fare perno sulle paure recondite relative ai gruppi differenti dal nostro per scatenare un aperto scontro di civiltà, dai toni apocalittici, tra Bene e Male. Questo scontro non è altro che un pretesto, una motivazione ideologica che viene operata per mascherare reali interessi politici ed economici che sono sempre alla base di qualsiasi guerra.

La pace invece si fonda sull’accettazione dell’altro e non sul rifiuto, sull’amore e non sulla paura. A questo proposito appaiono quanto mai attuali e illuminanti le parole pronunciate da Papa Giovanni Paolo II il 10 gennaio 1993 ad Assisi, nell’incontro interreligioso voluto per auspicare la pace nell’ex Jugoslavia allora martoriata da una guerra civile terribile. Parlando a proposito delle differenze tra le religioni il Santo Padre affermò: “Le differenze che ci separano rimangono. Ed è questo il punto essenziale (…): far vedere a tutti che soltanto nella mutua accettazione dell’altro e nel conseguente mutuo rispetto, reso più profondo dall’amore, risiede il segreto della pace; alle guerre e ai conflitti vogliamo contrapporre (…) lo spettacolo della nostra concordia, nel rispetto dell’identità di ognuno”.

Nelle genuine intenzioni del papa polacco quest’incontro interreligioso ad Assisi, così come gli altri, sono la chiave per un futuro di pace. Solo nella prospettiva dell’accettazione dell’altro nel rispetto del suo pieno diritto alla sua diversità, si può sperare in una convivenza pacifica e costruttiva tra gli uomini. Questo è anche il sogno per la Terra Santa , lacerata da troppa violenza. Il sogno di una terra di pace, poiché la terra cara alle tre religioni monoteistiche deve essere un luogo di pace, uno specchio in cui tutta l’umanità, quella che crede e quella che non crede, deve poter liberamente specchiarsi per ritrovare il senso più profondo del suo andare.

Le religioni infatti, come aveva felicemente intuito papa Karol e come sta insegnando al mondo il suo successore, non devono mai più prestarsi ad essere strumento di violenza tra gli uomini, pretesto per muovere guerra. Esse devono invece collaborare alla concordia tra i popoli, le nazioni ed i singoli, nel riconoscimento della paternità universale dell’unico Dio e della derivante uguaglianza di tutti gli uomini. Così concludeva il suo discorso all’incontro di Assisi nel 2002 Giovanni Paolo II: "Mai più violenza! Mai più guerra! Mai più terrorismo! In nome di Dio ogni religione porti sulla terra giustizia e pace perdono e vita, amore!".